lunedì, novembre 17, 2014

Commemorazione Caduti in Guerra - Festa delle forze Armate . Festa dell'unità nazionale.


Tursi 04 novembre 2014. Testo integrale del Presidente del C.S.A.P.  Gaetano Curci.

E’ con particolare commozione che, per la prima volta,sono stato invitato dal Sindaco ad intervenire in questa importante celebrazione.
Colgo l’occasione per porgere  il  saluto dei soci del C.S.A.P. di Tursi ,al Sindaco avv. Giuseppe Labriola ,unitamente a tutte le autorità locali,Civili,Religiose,ai Carabinieri,alla Polizia Municipale,alla Protezione Civile e tutti i rappresentanti delle Associazioni esistenti a Tursi,ai Dirigenti e studenti delle scuole superiori,medie,elementari,materne,a tutti i cittadini che con decoro sono presenti con tutti noi.
E’ di obbligo citare il prezzo pagato nelle due grandi guerre:
Prima guerra mondiale :1915-1918
650.000 morti – 643.000 grandi invalidi – 947.000 feriti meno gravi
Seconda guerra mondiale: 1939-1945
Finita in Europa l’8 maggio  e in Asia il 2 sett. 1945 , dopo l’esplosione delle bombe atomiche di Hiroshima  6 agosto e Nagasaki il 9 agosto 1945.
443.000 morti tra militari e civili,320.000 tra feriti,congelati,mutilati
E’ di obbligo ricordare l’inizio di questa celebrazione e le sue evoluzioni:
Il 4 Novembre coincide con l’armistizio tra l’Italia e L’Austria.
Furono i combattenti e i reduci,con il sostegno delle Comunità locali ad avviare il “Culto della Memoria dei commilitoni combattenti caduti in guerra,con la costruzione di monumenti ed apposizioni di lapide commemorative.
Fu nel 1922 che il 4 novembre venne proclamato come  solennità civile, con la denominazione di  “Festa delle Forze Armate” ,con l’intento di festeggiare l’anniversario della vittoria.
Si è trasformato la commemorazione dell’immane tragedia o devastante conflitto ,per dirlo con le parole del Presidente della Repubblica Napolitano,in “Celebrazione della Potenza Militare”.
Fu nel 1949 che questa giornata venne cambiata , denominandola “Festa dell’Unità Nazionale”.
Non possiamo in alcun modo disconoscere , tre cose:
·        Lo sforzo che le Forze Armate ed il Popolo Italiano hanno fatto per unire l’Italia e rinsaldarne l’identità e la coesione nazionale.
·        I rischi di attacchi ed esigenze di difesa del nostro territorio non esistono più da circa 70 anni.
·        Il contributo che le forze armate hanno dato e danno a tutela della Pace ,della Democrazia , della Sicurezza  ed indipendenza Nazionale ed internazionale,nelle aree di crisi.
Detto questo, credo che non si può permettere alla nostra memoria di dimenticare il sacrificio e le sofferenze patite dai nostri genitori e dai nostri nonni che si possono riassumere in :
·        disumane condizioni di vita nelle trincee,difficoltà di vettovagliamento,scarsità di cibo,lontananza dalle proprie case ed impossibilità di contatti con le famiglie ,gli enormi sacrifici che hanno dovuto affrontare le donne per crescere i figli in tenera età.
Noi anziani abbiamo subito le conseguenze di sacrifici e stenti,perché eravamo piccoli.
I giovani di oggi non hanno vissuto direttamente questa esperienza,ma credo che anche se sono trascorsi circa 70 anni di pace,è della pace che dobbiamo parlare,ricercandola sempre.
Per  i  giovani e non solo, perché la pace significa:
·        speranza di poter vivere in un paese libero,accoglienza di idee,culture ed esperienze diverse , rispetto delle persone che ci vivono accanto.
Di una cosa mi rammarico e credo che anche tutti voi siete del mio stesso avviso:
·        l’assenza,oggi, degli ultimi testimoni ,di quei lontani eventi di guerra.
Devo riconoscere che la presenza ,in prima fila,dei Rondinelli,di mio Padre e degli altri invalidi di guerra,risvegliava in loro dolorosi ricordi,ma certamente anche l’orgoglio di essere stati partecipi, con grande impegno,nel difendere la Patria,consapevoli di essere,portatori di pace, testimoni di valori e di eroismo. Si presentavano a questo cerimoniale ,con medaglie e croci di guerra appuntate sulla giacca dei propri vestiti,per testimoniare in diretta cosa succede durante le guerre,che non dovrebbero mai esserci, in quanto portatrici di morte,distruzione,epidemie,carestie,fame e tanti altri danni che solo ad elencarli rattrista il cuore di ognuno di noi. Mio padre ha combattuto in Africa settentrionale ,ritornando in patria nel 1943,ferito ad una gamba ,da una pallottola (TumTum) esplosiva ,che era proibita usare in guerra,subendo ben 9 operazioni alla gamba Sx ,per evitarne l’amputazione. La gamba gli è rimasta,ma la piegava poco.  E’ stato il ferito più grave nello scontro che c’è stato a Giarabub  ed ha combattuto ancora due ore dal ferimento,riuscendo ad evitare la morte,ma soddisfatto,nonostante la sconfitta, di aver ricevuto l’onore delle armi dal nemico,per l’eroico combattimento di tutti i soldati,che con solo trecento persone hanno tenuto testa a cinquemila avversari.
I suoi luoghi di combattimento:Tripoli ,Bengasi,Tobruc,Derna,Alessandria d’Egitto ed altri.
Mi diceva, che la sabbia del deserto era micidiale, quando tirava il vento forte. La  differenza climatica tra il giorno e la notte era eccessiva.. Sicuramente causa di asma bronchiale, che ha dovuto subire per tutto il corso della sua vita,essendo stata questa la sua causa di morte a 72 anni. Come lui tanti altri combattenti.
Ripensando al 1949 ,quando si è proclamato il 4 novembre “Festa dell’unità Nazionale” ,mi porta a pensare alla proliferazione delle Leghe del Nord, che non si sono mai del tutto integrati col resto della popolazione italiana parlando ,in più occasioni,di scissione.
Di fatto c’è un divario tra Nord e Sud che non si riesce a superare ,ma si acuisce sempre più a sfavore del sud .  Necessitano di riflessione i seguenti punti:
·        L’emigrazione di giovani laureati e diplomati in cerca di lavoro
(è tornato l’esodo occupazionale del dopo guerra)
·        Il divario sempre più ampio tra ricchi e poveri
(le fasce dei poveri sono raddoppiate)
·        I collegamenti stradali, che vanno a rilento
(nessuno pensa al riequilibrio delle infrastrutture tra Nord e Sud)
·        La disoccupazione ,che non si riesce a livellare
·        La carenza di prevenzione, per  poter evitare i disastri idrogeologici
·        La desertificazione industriale
(l’industria ha registrato un  meno 53% di investimenti in 5 anni)
Si potrebbe fare un elenco infinito .  La piaga nazionale è quella di milioni di persone che hanno perso il lavoro e dei giovani senza lavoro.
Una cosa è certa : Il problema di oggi è il LAVORO ,senza di esso si ingenera Sfiducia  nelle istituzioni,in quanto non riescono  o non vogliono superare definitivamente gli ostacoli che hanno impedito ed impediscono l’unita sociale,economica e soprattutto psicologica tra le due Italie. Tutti sanno che la Sfiducia disgrega la società e può sfociare in conflitti sociali  indesiderabili.
Tutti,a tutti i livelli, devono fare la loro parte,per  consentire alle persone di lavorare e poter vivere dignitosamente in un clima di Pace sociale,nel rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.
Art.1 L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Art.4 La repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto.
L’auspicio mio e di tutti i soci del Centro sociale Anziani Polivalente :
“ che questa giornata rimanga unica e che il passato rimanga un ricordo da tenere sempre nella nostra memoria,ma senza paure e senza timori di doverlo rivivere, col suo carico di lutti e dolori”.

Ringrazio tutti i presenti,per aver partecipato a questo importante evento.